Fotovoltaico
Il processo fotovoltaico converte la luce del sole direttamente in elettricità.
Fu scoperto per la prima volta nel 1860 ed è dovuto ad una caratteristica
fisica dei materiali detti «semiconduttori» tra cui il silicio
(usato anche nei componenti elettronici), il boro e il fosforo (questi
ultimi servono per dare la positività e la negatività).
Quando un raggio luminoso colpisce la cella solare alcuni fotoni (particelle
di energia che lo compongono) trasferiscono la loro energia agli elettroni
che incominciando a muoversi in una direzione particolare creano corrente
elettrica continua. Fecendo passare per fili metallici molto sottili la
corrente ottenuta, possono essere aggiunte altre correnti, fino a raggiungere
la potenza necessaria all’uso desiderato.
Le celle fotovoltaiche cristalline sono usualmente disposte in strati
sottili e piani collegati fra loro, oppure possono essere ottenute creando
una pellicola sottile ed uniforme ricavata distribuendo il materiale polverizzato
direttamente su un supporto grazie alle tecnologie del vuoto.
Essendo la cella fotovoltaica costituita da un materiale molto delicato,
viene protetta nella parte superiore da un vetro o dal altro materiale
trasparente e specificamente trattato.
Il dispositivo più utilizzato consiste in un pannello rettangolare,
spesso pochi millimetri, con una superficie fra 0,1 e 3 m2 del peso di
qualche kg, con prestazioni differenti a seconda della qualità
delle celle utilizzate della relativa tecnologia di fabbricazione.
Questa tecnologia offre particolari vantaggi:
• Non si produce alcun tipo di inquinamento ambientale
• La manutenzione è minima
• Può essere utilizzata ovunque quando ci sia luce solare
• Non ci sono perdite nella linea elettrica essendo l’impianto
installato vicino agli apparecchi che lo utilizzano
• Varie applicazioni, da pochi milliwatt a molti megawatt, e la
potenza dell’impianto può essere modificata senza problemi
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